lunedì 4 settembre 2017

il mio sky trail di Hurt Gavin P. " La via di Annibale" 2017

Con grandissimo piacere pubblichiamo l'esperienza di un nostro compagno di corse .
Da anni corre con il gruppo Venturoli e da qualche tempo si cimenta su percorsi più naturalistici.














"Ieri ho partecipato alla Via di Annibale Sky Marathon, una gara di 40km con 3300 D+. 
E’ stata la gara più lunga e difficile che ho fatto fino ad ora. Il percorso è considerato essere quello che Annibale ha attraversato sulle Alpi nel 218 A.C. per raggiungere Roma. Ha perso molti uomini e un gran numero dei 37 elefanti che aveva con sé a causa delle condizioni del tempo e della pendenza delle montagne.
70 corridori trail e 0 elefanti sono partiti alle 6 del mattino con le lampade frontali accese fino a quando ha albeggiato. Questo primo pezzo della gara corso al buio è stato bellissimo, con le luci dei frontali che facevano un effetto strano nel bosco. 
Il mio obiettivo era finire la gara pur non avendo fatto una preparazione adeguata. Per chi vuole avvicinarsi ad una gara simile è fondamentale avere sia i km nelle gambe che allenamento in salita in alta montagna. 
Sono partito lento e dopo pochi chilometri è iniziata l’ascesa. Fin qui tutto normale ma non sapevo ancora cosa mi aspettava dopo. Il tempo è stato mite nella prima fase ma ha iniziato a diventare freddo molto velocemente. In un attimo la temperatura è scesa a -4 e si è alzato un vento gelido. Come se non bastasse, poco dopo ha iniziato a nevicare.
Una volta raggiunti i 3000m il mio corpo ha iniziato a reagire in modo strano: la faccia mi formicolava e le mani si sono gonfiate talmente tanto che le dita sembravano delle salsicce. Il mio fiato era molto corto e il mio cuore batteva talmente veloce che sembrava stesse per esplodere. Tutto questo mentre il forte vento mi buttava in faccia e negli occhi aghi di ghiaccio e neve gelata. Non nascondo che ho pensato di mollare più di una volta in questa fase della gara. Avevo fatto 12km e mi sembrava di aver già subito abbastanza da poter scrivere un libro.
Quando sali è ovvio che prima o poi devi venire giù. Le discese erano molto tecniche e sono caduto due volte. Ho battuto una caviglia su una roccia una prima volta e ho fatto la stessa cosa sull’altra caviglia una seconda volta. Per il resto della gara le caviglie sono state gonfie e piene di lividi. Il mattino dopo la mia mano destra era blu e dolorante e non so nemmeno come mi sia successo. Se qualcuno avesse fatto il video del mio attraversamento del nevaio, senza bastoni, sicuramente sarebbe finito su "Paperissima". 
Quando il percorso ha iniziato ad essere a quota più bassa il tempo è migliorato per un po’.
 Appena ho pensato che stavo iniziando a scaldarmi un po’ ha nuovamente iniziato a nevicare, fortunatamente non per molto tempo.
 Avevo fatto 24 km e me ne rimanevano 16. Il resto del percorso era prevalentemente in discesa con alcune salite qua e là. Sembrava durare per sempre ma lentamente i chilometri passavano ed è uscito il sole. Ogni volta che incontravo un volontario chiedevo quanti km rimanevano alla fine e la risposta era sempre 3 km. Questa cosa è andata avanti per circa 10 km. Gli organizzatori non ci hanno risparmiato una piccola cattiveria: a 4 km dalla fine c'era la salita fino alla madonnina. Ne avrei fatto volentieri a meno... ma cosa vuoi che siano altri 200m di salita? Sono finalmente arrivato a 3 km dalla fine e un volontario gentile, Daniele, ha corso l’ultima parte insieme a me.
Ho tagliato il traguardo in penultima posizione. Dei 70 corridori iniziali il 20% si è ritirato a causa delle cattive condizioni climatiche e delle difficoltà del percorso. Il mio solo obiettivo era finire la gara indipendentemente dal tempo che ci avrei messo. Ho chiuso in 10:55 e nonostante le mie varie vicissitudini non sono mai stato così contento di arrivare penultimo e consiglierei a tutti i runner di provare un esperienza simile. Annibale…ci incontreremo di nuovo."







1 commento:

  1. Bravissimo Gav! Grazie di aver condiviso con noi la tua esperienza💪💪💪

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