lunedì 24 agosto 2015

La Mezza del Moncenisio

Ci hanno assicurato che la mezza era intorno al lago, ma sinceramente il Lago domenica non si è mai visto.
Periodo estivo caratterizzato da gare oltre confine per i colleghichecorrono, tra cui anche la mezza di Briancon, di cui Davide non ci ha raccontato, oggi è stato il mio turno, con questa mezza, programmata da tempo: la mezza più alta d'Europa, intorno al lago del Moncenisio, appunto.
Mezza che ricalca un po' il percorso di quella che viene definita la gara Italiana, intorno al lago, ma con qualche variazione, che le dà la certificazione di mezza maratona.
Si parte di buon mattino, con l'amico Federico, con cui, in tempi, meteorologicamente, non sospetti, ci siamo iscritti a questa gara.
Mai più avremmo pensato di trovare un clima così ostile.
Oltre alla pioggia, vento e freddo, alla partenza anche i genitori di Fede (Marisa e Gianni) , unica sorpresa positiva della mattinata, a darci un po' di conforto e incoraggiamento. In queste condizioni climatiche, il pensiero è quello di ritirare il pacco gara e tornare a casa.
Ma come dice Fede: siamo venuti fin qui......
Allora ci vestiamo, tanto qualsiasi cosa ci mettiamo, dopo avremmo detto: però se ci fossimo vestiti......
Pensieri inutili! 
Non si vede veramente nulla, una fitta nebbia a farla da protagonista, ci accompagna alla partenza. Siamo circa 100 persone, tremanti, completamente bagnate dalla pioggia e accarezzate da una brezza, che a 2000 m, in queste condizioni, ti fa davvero pensare.....ma chi me l ha fatto fare! 
Finalmente si parte! Fede mette subito la quarta, e non lo vedo già più! Penso che dopo circa 2,5 km si passa dal punto di partenza, dove ho lasciato i miei vestiti asciutti e dove c'è un bel posto asciutto, caldo, accogliente. Aumento il passo per raggiungere Fede e dirgli che mi ritiro!
Non sento più mani e braccia, ho la sensazione che le orecchie mi cadono, le gambe non girano, indurite dal freddo, sono solo al primo km, come posso immaginare di farne 21! 
A questo punto, se si può parlare di svolta, questo è il momento preciso in cui c è stata. 
Fede mi fa notare che la sua borsa,con gli indumenti asciutti,l ha data ai suoi genitori, per cui mi dice di correre fino a raggiungerli, tanto li avremmo incrociati verso il quarto km. Ovattato dalla nebbia, e con pensieri dediti alla sopravvivenza, finalmente incrociamo Gianni e Marisa, ma siamo già all'ottavo km, ha smesso di piovere e mi sono ricomparse anche orecchie e braccia. Un po' peggio va alle gambe, dico a Fede che a questo punto possiamo provare a continuare. Aumento un po' per vedere se mi passa il male alle gambe, penso che Fede sia dietro, ma non lo vedo più! Con questa nebbia è difficile, vado, tanto dopo mi raggiungerà. Salite, discese, asfalto, sterrato, ogni tanto incrocio qualche temerario che combatte contro se stesso, proprio come sto facendo io. Forse qui vicino c è il lago! Non si vede a più di 15 m! Ormai corro per finire in fretta, ho veramente troppo freddo! Penso a Luglio, a quanto ho patito il caldo! Sento il fiatone di uno che mi corre dietro, sarà Fede che mi ha raggiunto, mi giro, non vedo nessuno, sono talmente sepolto nella nebbia, che il mio respiro mi sembra quello di un altro. Ogni tanto sbuca un'anima che ti dice: Curage, mi viene da dirgli curage anche a te! Sono i camminatori! Complimenti! Secondo il gps dovrei essere all'arrivo, ecco infatti,sento un fischietto, mi accorgo che il fischietto è in bocca a una persona quando sto per sbattergli contro. Finalmente il traguardo, vestiti asciutti, bevanda calda, non desidero altro.
Arriva anche Fede! È ora di darci un cinque e un abbraccio!
Oggi è stata una gara per uomini duri!
Federico
Alessandro

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